La coltivazione della canapa per molti decenni è stata praticamente impossibile a causa di leggi estremamente restrittive, legate al fatto che questa pianta sotto opportune condizioni di ibridazione e in determinate selezioni è una fonte di tetraidrocannabinolo, una sostanza illegale usata a scopo ricreativo e più nota come THC.

Grazie all’opera di “canapai specialisti” ed i botanici, complice anche la scoperta di una molecola, il CBD o cannabidiolo, che si trova in grandi quantità nelle piante coltivate solitamente in serra, la coltivazione casalinga, anche in campo aperto della cannabis è tornata ad essere possibile solo di recente.

In molti si stanno dedicando a questa pianta grazie ai sempre più numerosi studi e ricerche condotti particolarmente interessanti per scoprire i fantastici principi attivi contenuti in questa pianta così temuta e allo stesso tempo così apprezzata da altri. Per iniziare servono alcune indicazioni per capire il modo ottimale e quali sono i motivi per coltivarla.

Semi per l’alimentazione

La cannabis è diffusa in tutte le zone temperate e calde, perché l’uomo nelle sue molte migrazioni ha portato i semi con sé, visto che si tratta di una pianta particolarmente adattabile, grazie al suo codice genetico molto flessibile.

Si adatta a terreni dove altre piante commestibili non riescono a sopravvivere oppure non producono frutti, come per esempio sabbia, paludi e montagne, sopportando anche escursioni termiche giornaliere considerevoli, riuscendo però sempre a mantenere un buon tenore di produzione.

La cannabis è una pianta “tutto-in-uno”, è possibile infatti utilizzarne ogni sua parte, dalle foglie, adatte per l’alimentazione animale alle fibre che per migliaia di anni sono state impiegate per la realizzazione di corde e tessuti di uso comune, molto robuste e resistenti.

L’impiego è estensivo, fino ad arrivare ai fiori, utilizzati per la produzione di miele e tisane, nonché per l’elevato tenore di THC, che prima di diventare una sostanza da sballo era considerata sacra e i semi, ottima fonte di proteine e di sali minerali biodisponibili.

Attualmente le cultivar della canapa sono state rese adatte a svolgere ruoli specifici, quindi si trovano piante molto piccole che producono fiori resinosi e discrete quantità di semi e sono più adatte per l’estrazione di principi attivi come il CBD, o cannabidiolo oltre a varietà più grandi.

Queste ultime si usano sia per la produzione di fibre tessili robuste e a costo bassissimo che di semi per uso alimentare. Infatti le piante con una grande estensione, si tratta spesso di cespugli alti più di 4 metri, sotto condizioni climatiche e di terreno favorevoli sono perfette anche per i raccolti destinati alla preparazione di farine.

Usare la canapa

I semi di canapa si possono acquistare già selezionati per la coltivazione e il consumo umano, con tenori di principi attivi come il CBD relativamente bassi, mentre per il THC che è una sostanza attualmente considerata illegale, le coltivazioni sono riuscite a ridurre la concentrazione molto al di sotto della soglia massima prevista dalla legge.

Il consumo dei semi è possibile sia a crudo che dopo averli tostati, ad esempio usandoli come guarnizione o ingrediente per dolci, pani e focacce, oppure insieme alla frutta secca per il muesli da mangiare con lo yogurt.

La loro proprietà nutritiva essenziale sta nel fatto che si tratta di alimenti altamente proteici, con un’elevata concentrazione di acidi grassi di alta qualità e biocompatibili, con funzioni molto utili dal punto di vista della circolazione sanguigna e dell’attività cardiaca e con alte concentrazioni di vitamine e sali minerali, importanti per diete speciali e per la gravidanza.

Il sapore dei semi è spiccato e piuttosto resinoso, se vengono consumati crudi, mentre tostandoli si avvicinano molto alle noccioline e quindi sono facili da sostituire a questi ingredienti per la preparazione di dolci ed altre pietanze particolari.

Dai semi si ricava anche la farina di cannabis, altamente proteica e adatta in particolare per la pasticceria, perché grazie alla sua struttura riesce ad inglobare molto bene i grassi come il burro e si presta quindi in maniera eccellente per la preparazione di pasta frolla, sia in purezza che allungata con semola e prodotti del grano.

Si può anche impiegare per la preparazione di pane e focaccia, per via del fatto che non contiene glutine e quindi è adatta per i celiaci.

Il prodotto da forno a base di semi di canapa presenta una lievitazione piuttosto scarsa e lunga che richiede una lavorazione più complessa rispetto a quella di grano. Per fortuna tutto il ciclo si può facilmente automatizzare con i comuni robot da cucina, scegliendo il programma più adatto, ottenendo pani e focacce gustosi e morbidi.

I semi si possono anche utilizzare per produrre birra senza luppolo, molto interessante per esempio per zone calde come il Sud Italia dove questo ingrediente non è disponibile, se non importandolo a causa del clima.

La lavorazione è praticamente la stessa rispetto a quella classica, ma bisogna seguire alcune precauzioni. Infatti sebbene le selezioni di canapa in commercio presentino un tenore di THC ben al di sotto rispetto alle soglie legali, a causa della concentrazione e della fermentazione nella birra le proporzioni nel prodotto finito possono essere decisamente più alte e bisogna scegliere solo sementi selezionate per questo scopo.

Proprietà dei semi cannabis

Le caratteristiche strettamente alimentari dei semi di cannabis, comprendono la mancanza di glutine, l’alto livello proteico e le ottime concentrazioni di sali minerali e acidi grassi biocompatibili di qualità. Queste sostanze sono importanti per la salute di vene e arterie, oltre che per quella del cuore in generale.

Molti dei cannabinoli presenti sono bioattivi e svolgono ruoli di modulazione dei livelli di stress, in particolare il CBD che è un ottimo miorilassante, con effetto prolungato e privo di controindicazioni e di effetti collaterali a parte l’incremento dell’appetito.

Utilizzare i semi di cannabis non è la stessa cosa che intraprendere una terapia basata sull’olio di CBD spremuto a freddo, dove le concentrazioni di principi attivi sono decisamente più interessanti, ma offre un contributo molto importante perché migliora la qualità della vita in generale.

L’alta digeribilità dei prodotti della canapa, infatti, è legata a una forma di coevoluzione parallela dell’organismo umano e di questa pianta, dovuta alla sua presenza millenaria nella nostra dieta.

In sostanza la canapa è un alimento ottimizzato per il fabbisogno umano, grazie ad un processo di selezione delle sementi che ha seguito tutta la nostra storia.

I principi attivi favoriscono la digestione e il metabolismo, anche di grassi e proteine provenienti da altre fonti. Quindi aggiungere farina o semi di canapa alla dieta è un ottimo coadiuvante per chi ha problemi o lievi intolleranze e garantisce una presenza di nutrienti molto alta, perfetta per tutte le diete che richiedono un regime particolare come vegani e celiaci.

L’uso continuativo di prodotti derivanti dalla cannabis, come olio alimentare, semi ed altri estratti produce ottimi effetti di riequilibrio di tutto il sistema organico.

In particolare il prodotto crudo o non concentrato è perfetto per interventi rapidi, perché le quantità di principi disponibili sono più alte e l’effetto più rapido. Le farine e i semi tostati si prestano meglio per il lungo periodo come componenti costanti in dieta.

Scegliere con cura la Cannabis

Attualmente il mercato più grande di prodotti basati sulla cannabis è sicuramente internet, ma bisogna sapersi muovere con attenzione per evitare truffe o semplicemente prodotti scadenti.

Sensoryseeds.it negli anni si è dimostrato come uno dei migliori fornitori on-line di sementi per l’alimentazione umana.