Purtroppo, quando si parla di globalizzazione non si tratta solo di mercati economici, di cultura, viaggi, interdipendenza etc. ma anche di altri fattori meno piacevoli come le infestazioni di insetti. È evidente che con un mercato sempre più aperto e l’eliminazione di frontiere alla circolazioni delle merci, arrivino anche specie non autoctone, basti pensare alle zanzare tigre arrivate forse per via della floricultura, ad alcune specie di testuggini che vengono abbandonate e creando un problema ecologico, un po’ come nel caso dei pappagalli e cocorite che si vedono nelle grandi città. Succede anche con la piante; alcune vengono trasportate involontariamente semplicemente con i voli aerei tramite pollini e semi mentre altre arrivano in floricoltura e poi riescono in qualche modo a diffondersi anche fuori.
Come sono arrivate le cimici asiatiche
Negli ultimi anni è arrivato un nuovo ospiti sgradito che provocano non pochi problemi e si tratta della cimice cosiddette asiatica. È una cimice che si diffonde a causa dell’assenza di predatori naturali nei nuovi territori di importazione. Ancora non è chiaro come sia stato possibile una diffusione così capillare e improvvisa dato che nel giro di pochi anni i numeri sono esplosi. Secondo alcuni il fenomeno è legato alla diffusione delle colture di soia di cui questi insetti vanno ghiotte. Con una crescente richiesta da parte del mercato alimentare di prodotti a base di soia, si è iniziato a coltivare anche in Europa questo legume che ha attirano gradualmente le cimici.
Come si riconosce la cimice asiatica
Sia come sia, le cimici asiatiche si differenziano soprattutto per la clorazione. Hanno un colore nero quando sono giovani e poi marrone quando sono inseti adulti. Inoltre, volano di più e hanno zampe posteriori più lunghe. Difficile dire come eliminarle perché, sfortunatamente, per ora nessun tipo di repellente si è rilevato efficacie.
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